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06/10/09
Novità per gli autotrasportatori
L’applicazione del decreto legislativo n° 286 del 18/11/2005 ha avuto gli ultimi effetti il 10 settembre 2009 per i veicoli adibiti al trasporto di cose.
Infatti dal 10 settembre per questo tipo di trasporto è necessario il possesso della Carta di Qualificazione del Conducente.

Si tratta di una normativa che ha introdotto una “seconda patente”, che abilita i professionisti della strada in generale e gli autisti di veicoli commerciali e industriali. Questa “seconda patente” chiamata più comunemente Patente Professionale, consente di qualificare il conducente per l’autotrasporto di merci e nel contempo tenere salva la patente classica. Il vantaggio è che, in seguito a violazioni del codice della strada, la decurtazione dei punti avviene distintamente sulla patente classica se si è alla guida di un auto per il tempo libero, oppure su quella professionale se si commettono infrazioni alla guida di un mezzo da lavoro.

La Patente Professionale è un documento che consente la guida di veicoli abilitati al trasporto merci o persone, con massa complessiva superiore ai 35 quintali. La patente ha la validità di 5 anni, durante i quali è necessario sostenere alcuni corsi di aggiornamento (35 ore) per poter effettuare poi il rinnovo. La patente professionale “vive” sempre e comunque in dipendenza della patente di guida classica, e ne è la naturale estensione per il professionista. Quindi in caso di patente scaduta, ritirata, non valida, … , decade automaticamente anche la validità della Patente Professionale.

Chi era in possesso di una patente di guida C, E o D prima 04/04/2007 non deve fare alcun corso di formazione professionale, chi invece ha ottenuto la patente dopo tale data, deve frequentare un corso di abilitazione di 280 ore. Quindi i conducenti residenti in Italia che svolgono attività di autotrasporto di persone o di cose e i conducenti cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea o allo spazio economico europeo che svolgono la loro attività alle dipendenze di un’impresa di autotrasporto di persone o di cose stabilita sul territorio italiano, devono ottenere tale certificato di abilitazione. Per farlo, prima di tutto, devono essere residenti in Italia, essere in possesso di patente valida di tipo C, C+E, D e D+E e presentare una domanda ad un ufficio provinciale della Direzione generale della M.C.T.C., che è l’ente preposto per rilasciare il documento dopo aver fatto sostenere il famoso corso e sostenuto l’esame. I corsi iniziali (280 ore), oltre che quelli periodici per il mantenimento e rinnovo (35 ore nei 5 anni) della carta di abilitazione professionale, prevedono una serie di apprendimenti e verifiche di conoscenza, molto specifici ed approfonditi.

Chiunque guida con patente o carta di qualificazione del conducente la cui validità sia scaduta è soggetto alla sanzione amministrativa. Alla violazione consegue la sanzione amministrativa accessoria del ritiro della patente o della carta di qualificazione del conducente. La decurtazione del punteggio si applica alla carta di qualificazione del conducente, se gli illeciti sono commessi alla guida dell’autoveicolo per cui è prevista la carta di qualificazione del conducente e nell’esercizio dell’attività professionale. In caso di perdita totale del punteggio sulla carta di qualificazione del conducente (20 punti iniziali come le patenti normali), detto documento è revocato se il conducente non supera l’esame di revisione. Lo stesso dicasi in caso di revoca della patente di guida determinata dall’esito negativo dell’esame di revisione, è revocata anche la carta di qualificazione.

L'obbligo di condurre veicoli con la C.Q.C. è partito dal:
- 10 settembre 2008 per il trasporto persone;
- 10 settembre 2009 per il trasporto cose.
24/09/09
Assicurazioni e minicar: scoppia la polemica
I produttori di minicar non ci stanno ad esser messi all'indice dalle grandi Assicurazioni e dopo le dure dichiarazioni rilasciate da Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione Ania, che si occupa di sicurezza stradale per conto delle Compagnie, replicano acquistando un'intera pagina del quotidiano "la Repubblica". Il documento è firmato dai marchi più conosciuti del settore, come Aixam, Canalini, Chatenet, Ligier, JDM, Lombardini e Microcar, oltre che dall'associazione di settore Ancma, e replica a Guidoni su cinque punti: 1) non è vero, sostengono i produttori, che le minicar siano da considerare "auto a tutti gli effetti", con gli obblighi che ne conseguono, avendo limiti di potenza e velocità massima da ciclomotori a quattro ruote; 2) attenti anche a parlare di fragilità delle minicar: ormai sono obbligatorie le cinture di sicurezza, mentre freni a disco e telai a deformazione progressiva sono sempre più diffusi; 3) da sfatare anche il mito delle minicar guidate da pensionati con gravi problemi di salute e non più in grado di rinnovare la patente 'B': i produttori ricordano che da diversi anni per i quadricicli è obbligatorio il certificato medico; 4) sbagliato, insistono i produttori, anche criticare la possibilità di accedere ai centri storici, visti gli spazi e i consumi ridotti che caratterizzano le minicar; 5) quanto alla pericolosità, viene fatto presente che nel 2007 "solo" 12 persone sono morte in incidenti stradali a bordo di quadricicli, lo 0,2% del totale nazionale. Vai al sondaggio di 4 ruote..


Fonte: Quattroruote
30/06/09
Patenti false: fermiamole!
Un normale portiere di un albergo di Modena svolgeva una vita parallela: nel suo appartamento grazie ad un computer e una stampante ad alta tecnologia, sfornava patenti filippine false a ripetizione vendendole ad un prezzo di 400€ l’una. Ben 248 persone alla fine sono risultate detentrici di una patente del paese asiatico contraffatta: molte di queste persone hanno ammesso di non saper minimamente guidare, una era stata coinvolta in un incidente. Ma tutto questo è solo la punta dell’iceberg che potrebbe avere dimensioni molto più grandi.

Stime attendibili collocano la percentuale di falsi sul totale dei documenti di guida stranieri circolanti in Italia in una forbice che va dal 14 al 25%, una media del 20%, ovvero una patente falsa ogni cinque.
Le patenti più falsificate sono quelle dei romeni, seguite dagli albanesi, senegalesi, croati e moldavi, insieme ai paesi nordafricani. I motivi sono semplici: queste sono le comunità più numerose presenti nel nostro territorio e la Romania fa parte dell’Unione Europea.

Il fenomeno interessa in primo luogo gli immigrati extracomunitari clandestini privi di ogni documento, ma la disperazione e il bisogno di trovare un lavoro spingono anche gli immigrati regolari a “comprare” una patente magari di categoria superiore alla B per poter mettersi alla guida di mezzi pesanti: si può arrivare a trovare alla guida di un autotreno di 40 tonnellate, una persona che non ha la minima esperienza, senza contare la concorrenza sleale nei confronti dei titolari di patenti regolari.
I controlli sono molto capillari, ma la vastità del fenomeno permette a molti di farla franca.

In caso di incidente:
Chi esibisce a un controllo una patente falsa, in ogni caso, commette un reato penale. In caso d’incidente, se è assicurato, sarà la Compagnia a risarcire il danneggiato, salvo poi rivalersi nei confronti del guidatore privo di un documento di guida valido (ammesso che ci riesca, trattandosi sovente di clandestini irreperibili). Il problema è che, spesso, chi usa una patente falsa impiega anche un contrassegno assicurativo altrettanto fasullo, oggi facile da “acquistare” per cifre intorno ai 100-150€. In questo caso bisogna far ricorso al Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, che copre anche i danni, fisici e materiali, causati da veicoli non assicurati, con le immaginabili complicazioni.


Fonte: Quattroruote n° 644 Giugno 2009
09/06/09
Attenzione ai furbetti del telecomando
Arrivi a destinazione dopo una sosta in autogrill o parcheggio e non trovi più il computer portatile o il navigatore, ma le serrature sono intatte? Com’è possibile? Con un banale dispositivo che neutralizza i sistemi di chiusura.

E’ un fenomeno in rapida ascesa, le stazioni dei Carabinieri ricevono sempre più denunce di furto a bordo delle auto senza scasso apparente e non solo in autogrill, ma anche nei parcheggi dei supermercati, degli ospedali e d’interscambio col metrò.
Sono state prese in esame 15 auto scelte a caso e una normalissima ricetrasmittente UHF (con cinque Watt di potenza): provando a chiudere le macchine con il telecomando, 14 auto del campione scelto restavano aperte (solo la Mini si chiude perché utilizza un’altra frequenza). Non servono, quindi, attrezzature sofisticate e non c’è bisogno di clonare i telecomandi: basta appostarsi nelle aree di servizio, scegliere con cura la vittima (bersagli preferiti agenti di commercio, professionisti, gente in giacca e cravatta che viaggia per lavoro) e schiacciare il tasto giusto, ovvero quando viene azionato il telecomando di chiusura delle portiere: conoscendone la frequenza, che è uguale per quasi tutte le Case automobilistiche, il gioco è fatto. Al proprietario, che raramente controlla tirando la maniglia, sembra che l’auto si sia chiusa, mentre in realtà resta aperta: ai ladri bastano poche decine di secondi per far sparire gli oggetti preziosi: elettronica di consumo e quant’altro molto facile da smerciare attraverso la rete dei ricettatori e sui mercatini dell’usato.
Per difendersi da questo pericolo non esistono sistemi infallibili, però quello più semplice da utilizzare per verificare che l’auto si sia davvero chiusa dopo aver azionato il telecomando è controllare che, dopo aver tirato la maniglia della porta, l’auto risulti regolarmente chiusa. Un accorgimento banale, messo già in atto dai più prudenti, ma che non si può usare con una certa tipologia di modelli: quelli “keyless”, ovvero che si accendono premendo un pulsante start a patto di avere con se una “carta” dotata di un transponder che dialoga con la centralina di bordo. Molte di queste vetture (ad esempio le nuove Renault Laguna) si aprono toccando la serratura, semplicemente perché si ha addosso la card-transponder. A meno di affidarla a qualcuno che si allontani parecchio dalla vettura.

*Fonte: Quattroruote n° 643 Maggio 2009
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